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DENTROTERAPIA 

Un incontro ravvicinato del terzo disagio.

Dentroterapia nasce dal desiderio di mettere in scena un esperimento. Un esperimento umano, prima ancora che teatrale. Non un dramma sulla follia, ma sull’equilibrio instabile tra ciò che chiamiamo normale e ciò che, con paura, chiamiamo altro. Una donna entra in una stanza per testare un’interfaccia neurale nascosta dentro una bambola d’avanguardia, progettata per essere impiantata nella mente. L’azienda che l’ha prodotta la chiama gioco. Lei, invece, la chiama possibilità. È affetta da “diminufobia”, la paura di essere rimpicciolita. Di sparire. Ad attenderla, un uomo: uno psicoterapeuta screziato, sopravvissuto al tentativo di strangolamento da parte di un suo paziente. Lui dovrebbe ascoltarla. Lei dovrebbe parlare. Ma come spesso accade nei veri incontri, i ruoli si confondono. La stanza diventa specchio, ring, utero. Il telefono squilla come una coscienza intermittente. Le parole diventano lame affilate, strumenti chirurgici. C’è in questa pièce la tensione che nasce quando due esseri umani si trovano chiusi nello stesso spazio con le proprie ombre, i propri sogni, le proprie identità in frantumi. Ma anche un’altra domanda, più silenziosa: cosa stiamo diventando?

Drammaturgia e Regia | Nunzio Caponio

In scena | Nunzio Caponio, Francesca Falchi 

Disegno luci | Nunzio Caponio

Scenografie | Angelo Falchi

Costumi | Nunzio Caponio   

Produzione | Sardegna Teatro

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