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LO LIE TAA 

Racconti di desideri spinti fino al loro esaudimento.

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Il mondo ha condannato Lolita. Dal 1956 al 1958, il romanzo fu persino bandito in Francia e negli Stati Uniti. Eppure, in quelle pagine disturbanti e magistrali, Vladimir Nabokov non descrive solo l’ossessione di un uomo maturo per una ragazzina. Descrive anche, forse senza volerlo del tutto, lo scandalo del desiderio quando abita un corpo che non ha ancora il diritto di desiderare. Ma se capovolgessimo lo sguardo? Se, per una volta, ascoltassimo la voce silenziosa della bambina? Non la vittima, non la preda. Ma la creatura viva, fragile e ardente, che scruta il mondo degli adulti con una fame che non sa nominare. LO LIE TAA nasce da qui. Dall’infanzia vera, vissuta, ricordata. Dall’amore che si annidava in uno sguardo rubato. Dalla disperazione di chi spiava dal buco della serratura, imprigionato in vestiti troppo stretti per la propria anima. Dalla confusione luminosa di un sentimento che non è ancora sessualità, ma non è più solo gioco. Questo spettacolo non cerca di giudicare. Non assolve, ma nemmeno condanna. Piuttosto, interroga lo spettatore con una domanda che fa tremare: siamo capaci di guardare il desiderio infantile senza distorcerlo, senza censurarlo, senza travisarlo con le nostre paure? In scena, una sola interprete. Con lei, mille fantasmi. E uno specchio, per chi ha il coraggio di guardare.

Drammaturgia | Nunzio Caponio

Regia | Marijn Graven
In scena | Benno Veenstra 

Musica | George Dhauw 
Scenografia e progetto luci | Simone Eggen   
Costumi e foto | Maartje Prins  
Produzione | Het Zuidelijk Toneel / Festival Cement

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